La cultura della sostenibilità è la strada verso il cambiamento
Per noi di Berardi Imballaggi il personale è la risorsa più importante perché, insieme alla proprietà, rende concreti i progetti di sviluppo e di miglioramento aziendale. Sono l’anello di congiunzione con la crescita, il motore che attiva le scelte fatte in termini di sostenibilità e di rinnovamento.
L’avvio della nostra rivoluzione sostenibile ha coinvolto sin da subito tutti i collaboratori che hanno espresso la loro idea di crescita sostenibile suggerendo possibili migliorie e fornendo validi spunti. Proposte e desiderio di prendere parte a questa svolta improcrastinabile hanno rappresentato il punto di partenza del percorso di trasformazione che ha lambito tutti noi fino a plasmare il nostro pensiero in ottica sostenibile.
La pianificazione di incontri personali con uno psicologo del lavoro, inoltre, si è resa fondamentale per avviare la preziosa migrazione di saperi dalle maestranze più esperte a quelle più giovani: un passaggio delicato e importante che ha visto coinvolte diverse generazioni nel nobile percorso di condivisione dei “segreti” del mestiere.
Le buone pratiche che rafforzano la cultura della sostenibilità
Il cambiamento è passato anche attraverso l’assunzione di nuovi comportamenti che hanno rafforzato il sentimento di fiducia riposto da collaboratori, clienti e stakeholder nella Berardi Imballaggi. Da qualche anno, infatti, abbiamo intrapreso un percorso di sostenibilità sociale fondato non sulla personale sensibilità degli interlocutori, bensì sulla trasmissione del sentimento sostenibile proprio della proprietà all’intero universo che la circonda e che la aiuta a crescere.
La sostenibilità sociale ha preso forma attraverso diverse decisioni aziendali, tra cui figurano la comunicazione assidua con tutti gli attori protagonisti per aggiornarli sulle scelte e sugli obiettivi aziendali a lungo termine e sulle certificazioni di cui si è dotata innescando così un processo di comunicazione trasparente; la comunicazione interna costante e propositiva capace di generare sentimenti positivi; la condivisione di scelte di sviluppo e di crescita con l’introduzione di innovazioni tecnologiche capaci di migliorare la vita aziendale; lo scarso ricorso al turn over che consente di conservare know how e sintonia nelle squadre di lavoro, nonché di potenziare l’expertise attraverso corsi di formazione e aggiornamento professionale.
"Una barca in mezzo al mare che, dopo aver attraversato una forte tempesta (un momento di crisi importante), ora sente l’esigenza di capire dove sta andando e come lo sta facendo"
Il viaggio con l’azienda Berardi Imballaggi inizia nel 2017 quando incontro Francesco Berardi per condividere con lui qualche idea su un “possibile” lavoro da fare in azienda, per dare voce a ciò che lui stava già da un po' annusando: per la sua organizzazione era arrivato il momento di confrontarsi con le dinamiche interne che caratterizzavano il funzionamento aziendale dal punto di vista psicologico.
Ricordo bene la metafora che usò per definire l’azienda in quel momento della sua storia : “è una barca in mezzo al mare che, dopo aver attraversato una forte tempesta (un momento di crisi importante), ora sente l’esigenza di capire dove sta andando e come lo sta facendo”.
Siamo partiti dunque da qui: cosa fa stare bene o male in azienda, cosa permette che questa barca viaggi a vele spiegate e cosa la appesantisce, la blocca e le rema contro?
Abbiamo dunque fatto una rilevazione degli indicatori di benessere e malessere in azienda e ci siamo confrontati con temi complessi quali: la gestione della conflittualità, la chiarezza degli obiettivi, le relazioni e il divario generazionale tra i lavoratori, la propensione all’innovazione, i processi decisionali, la comunicazione.
Negli incontri di gruppo abbiamo dato voce e spazio a questi temi così come erano declinati in quella specifica organizzazione, ascoltando i significati che gli venivano attribuiti dai lavoratori, comprendendone le diversità di interpretazione, e creando un terreno comune di riflessione, spesso con confronti duri, anche sofferti, per chi ha deciso di mettersi in gioco seriamente.
Questo significa giocare a carte scoperte, significa proseguire la rotta anche attraversando le mareggiate delle incomprensioni, del “chi te lo fa fare di parlare”, dei “tanto non cambia mai niente… ”.
In tutto questo lo psicologo che fa? Lo psicologo è semplicemente un facilitatore, colui che crea le condizioni per la presa di coscienza di alcuni meccanismi, facilita la condivisione del modo di procedere che è proprio di quell’organizzazione. Non si tratta di fornire soluzioni pronte all’uso ma di accompagnare lungo un percorso di consapevolezza, aiutando la nave-azienda ad attraversare le onde alte delle problematicità, senza mai sostituirsi né prenderne il timone.
Dove approderà questa nave lo decideranno tutti coloro che hanno deciso di far parte dell’equipaggio assumendosi la responsabilità di contribuire, ciascuno per la sua parte, a definire la rotta da seguire alla scoperta dei luoghi impervi e meravigliosi della crescita organizzativa.
Incontri con psicologo del lavoro per la trasmissione dei saperi
Raccolta alimentare cittadina per i più bisognosi
Comunicazione costante con collaboratori, clienti e stakeholder su impegni e propositi